Comune di Altissimo

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Patrimonio artistico

Oratorio di contrada Cortivo - Al centro della contrada Cortivo (a metà strada tra San Pietro Mussolino e Altissimo), l'oratorio dedicato alla presentazione di Maria Vergine richiama subito l'attenzione del visitatore. E' sorto per espressa volontà degli abitanti della contrada, assai lontana dalla chiesa parrocchiale intorno all'agosto 1742. Il vescovo diede quindi il suo permesso il mese successivo e i lavori iniziarono in maniera spedita; il 10 settembre 1742 si celebrò la benedizione dell'oratorio e la conseguente libera celebrazione delle messe.

Chiesa parrocchiale di San Macario a Campanella - Nei pressi di Altissimo-Centro alla contrada Pini si può ammirare la chiesa che dall'alto domina un vasto e stupendo panorama. La sua costruzione risale al 1657 quando Zanmaria Antoniazzi chiese il permesso al vescovo Gio. Battista Brescia, il quale lo obbligò ad impegnare tutti i suoi averi per l'annuo livello di ducati 9 per le cose necessarie alla chiesa e alla sacrestia. È importante ricordare inoltre il difficile rapporto che vi era tra il popolo e il clero di Altissimo; Don Disconzi si trovò in contrasto con gli uomini della contrada di Campanella per i diritti di giurisdizione realmente spettanti al fondatore Zanmaria Antoniazzi e quelli spettanti ai suoi successori. Ne derivò una causa, seguita da una sentenza con la quale fu riconfermata una precedente disposizione secondo la quale gli eredi di Antoniazzi potevano solo proporre al vescovo il nome del rettore della loro chiesa e chiedere a lui la nomina formale. Nel 1949-50 con Don Pietro Zaupa si assistette a un'alterazione delle dimensioni della chiesa, accompagnata da una serie di decorazioni.

Chiesa parrocchiale di San Nicola - Il primo parroco di Altissimo risale alla fine del XIV ed il suo nome, Marco, dimostra che la popolazione non doveva ancora parlare tedesco nella sua maggioranza. I successivi furono invece tedeschi, fin dai tempi antichi anche la chiesa ebbe i suoi massacri, come dimostrano numerosi registri ritrovati. Alcuni episodi, nei quali furono coinvolti sacerdoti e parroci di Altissimo, ci mostrano una situazione pastorale non propriamente ideale (maggio 1560). Nel 1775 l'attenzione del vescovo Corner si concentra sulle condizioni ormai precarie dell'antica chiesa; tanto che ne raccomanda una pronta riparazione per renderla più accogliente. All'inizio dell'Ottocento la parrocchiale di Altissimo aveva due navate e sei altari e qualche tempo dopo, venne posta nell'oratorio della chiesa una lapide che ricordava Don Domenico Povoleri, parroco di Altissimo dal 1833 al 1863. Il patrimonio scultoreo della chiesa è rappresentato innanzitutto dalle statue delle Sante Agnese e Maddalena poste sulle due nicchie della facciata; non bisogna tralasciare all'interno i cinque altari con le statue di Ss. Pietro e Paolo e due santi vescovi. Interessanti sono inoltre le stazioni della via crucis alle pareti della navata e le numerose opere pittoriche della chiesa(La Maddalena, lavati i piedi a Gesù, li asciuga con i capelli; L'Annunciazione;Gesù e i fanciulli; Conversione di S.Paolo;Resurrezione di Lazzaro e molte altre). Al centro del soffitto "Gloria di S. Nicola": vestito dei parametri vescovili, il santo è inginocchiato su una nube sospinta in alto dagli angeli, le braccia aperte, il volto levato al cielo. Infine una piacevole sorpresa costituisce, sul piazzale antistante alla chiesa, lo sviluppo di una bella ringhiera in ferro fuso e stampato(1908).

Chiesa parrocchiale di San Francesco a Molino - A Molino, per iniziativa degli abitanti del posto, sorse tra il 1903 e il 1904, la chiesa di San Francesco che ebbe un sacerdote stabile. La chiesa fu restaurata negli anni 1913-1914 e nel 1923 iniziarono le pratiche per la divisione territoriale dalla matrice di Altissimo. Con decreto del vescovo (giugno 1924), fu eretta a parrocchia. I tre altari sono dedicati allo SS.mo, all'Immacolata e a San Francesco. L'affresco centrale del soffitto rappresenta San Francesco che riceve le stimmate, ed è l'unico a più colori:gli altri infatti nelle vele che lo contornano, sono espressi con disegno in sanguigna.

ARCHITETTURA SPONTANEA

Attraverso gli ultimi secoli di queste contrade viene estesa l'architettura rustica della montagna. La contrà Costa è una delle contrade più antiche dell'alta valle del Chiampo in cui predomina la bella e ben conservata abitazione a tre piani di Valentino Cancan. Un' altra contrada aveva casa nobile del secolo XVIII che è andata distrutta durante le rappresaglie nazifasciste del 1944 (contrà Slavina). Degli Slavina in Altissimo sono rimasti il nome della contrada e le vecchie leggende sulla famiglia.

SCULTURE POPOLARI

Madonna con il cristo morto, in contrada Disconzo di Molino, un'opera settecentesca se non frutto di un acerbo 'revival' ottocentesco.
Tavoletta della Pietà (1728), rappresentazione ridotta alla più semplice espressione.
Due teste umane , in contrà Cortivo, scolpite in pietra locale dallo stesso padrone di casa.
Pietà, in contrada Bertoldi in una nicchia del muro di cinta (pietra tenera), dovuta, come a tutte le altre sculture, a lapicidi locali.
Angelo, sopra il poggiolo di una casa in contrà Fochesati (Campanella).

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